Una serie di brevi favole per bambini che raccontano le vicende di piccole creature che vivono in una foresta. Brevi storie che parlano di amicizia, carità, coraggio e amore. Ogni storia racconta una breve avventura per accompagnarci in un viaggio immaginario nella nostra mente, e ognuna trasmette anche un piccolo insegnamento per accompagnarci in un viaggio reale nel nostro cuore. Nelle descrizioni delle puntate trovi gli approfondimenti, buon ascolto!

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Una breve nota su questa serie di racconti

Questi racconti sono nati come storie per bambini, ma vogliono essere un leggero punto di partenza per genitori e figli a proseguire insieme il loro cammino verso Dio.

I bambini, certamente, non coglieranno tutte le sfumature della favola, ma ne comprenderanno il suo significato più profondo (o morale se si preferisce). I genitori invece saranno invitati ad approfondire la storia con la lettura dei brani del vangelo.

Queste favole non sostituiscono le parabole nei vangeli, ma cercano di darne una nuova dimensione più digeribile ai bambini. Il principio e la fine di questi racconti rimane la Parola, che diversamente dalle favole ha la capacità di parlare ai cuori.

Dio ci ha donato la fantasia per poterla sfruttare, tuttavia il mondo fantastico è un mondo illusorio che non deve sostituire quello reale. Spesso ce lo dimentichiamo: rifugiandoci in ciò che non esiste anziché incontrando ciò che è vivo e vero, Dio.

Buon ascolto!

Approfondimenti della storia: incontro all'acero rosso

Il racconto prende ispirazione dal brano del vangelo comunemente intitolato “Servo senza pietà” (Matteo 18, 21-35), qui di seguito trovi il testo completo e una preghiera per una meditazione personale.


(Mt 18, 21-35)
Allora Pietro gli si avvicinò e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.

Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito.

Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: «Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa». Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito.
Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: «Restituisci quello che devi!». Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: «Abbi pazienza con me e ti restituirò». Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito.

Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: «Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?». Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello».


Preghiera Semplice attribuita a San Francesco d’Assisi

Oh! Signore, fa di me uno strumento della tua pace.

Dove c’è odio che io porti amore,
dove c’è offesa che io porti il perdono,
dove c’è discordia che io porti l’unione,
dove c’è dubbio che io porti la fede,
dove c’è l’errore che io porti la verità,
dove c’è disperazione che io porti la speranza.
dove c’è tristezza che io porti la gioia,
dove ci sono tenebre, che io porti la luce.

Oh Divino Maestro,
che io non cerchi tanto di essere consolato, quanto di consolare;
di essere compreso, quanto a comprendere;
di essere amato, quanto ad amare.

Poiché è dando che si riceve,
dimenticandosi che si trova comprensione,
perdonando che si è perdonati,
morendo che si risuscita alla vita eterna.
Amen.

Approfondimenti della storia: gita alle cascate

Il racconto prende ispirazione, in maniera marcata, dalla parabola del vangelo comunemente intitolata Il buon samaritano” (Luca 10, 25-37), qui di seguito trovi il testo completo e una preghiera per una meditazione personale.

(Lc 10, 25-37),

Ed ecco, un dottore della Legge si alzò per metterlo alla prova e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai».

Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto.

Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: «Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno». Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».

Breve preghiera

Signore Gesù, mio maestro, fa’ che i miei occhi, le mie mani, le mie labbra, il mio cuore siano misericordiosi. Trasformami in misericordia.

Dal diario di Suor Faustina Kowalska

O Signore, desidero trasformarmi tutta nella Tua Misericordia ed essere il riflesso vivo di Te. Che il più grande attributo di Dio, cioè la Sua incommensurabile Misericordia, giunga al mio prossimo attraverso il mio cuore e la mia anima.

Aiutami, o Signore, a far sì che i miei occhi siano misericordiosi, in modo che io non nutra mai sospetti e non giudichi sulla base di apparenze esteriori, ma sappia scorgere ciò che c’è di bello nell’anima del mio prossimo e gli sia di aiuto.

Aiutami, o Signore, a far sì che il mio udito sia misericordioso, che mi chini sulle necessità del mio prossimo, che le mie orecchie non siano indifferenti ai dolori ed ai gemiti del mio prossimo.

Aiutami o Signore, a far sì che la mia lingua sia misericordiosa e non parli mai sfavorevolmente del prossimo, ma abbia per ognuno una parola di conforto e di perdono.

Aiutami, o Signore, a far sì che le mie mani siano misericordiose e piene di buone azioni, in modo che io sappia fare unicamente del bene al prossimo e prenda su di me i lavori più pesanti e più penosi.

Aiutami, o Signore, a far sì che i miei piedi siano misericordiosi, in modo che io accorra sempre in aiuto del prossimo, vincendo la mia indolenza e la mia stanchezza.

Aiutami, o Signore, a far sì che il mio cuore sia misericordioso, in modo che partecipi a tutte le sofferenze del prossimo. […]

Alberghi in me la Tua Misericordia, o mio Signore.

Approfondimenti della storia: una notte stellata

Il racconto non prende ispirazione da un passo particolare, ma piuttosto dal desiderio di raccontare una storia divertente attorno alla paura del buio che anch’io avevo da piccolo. Comunque, nei vangeli è possibile trovare spesso le parole “non temete” e “non abbiate paura”. Un esempio è il passo dove Gesù raggiunge i discepoli camminando sul mare (Giovanni 6, 16-21); qui di seguito trovi il testo completo e una preghiera per una meditazione personale.

(Gv 6, 16-21)

Venuta intanto la sera, i suoi discepoli scesero al mare, salirono in barca e si avviarono verso l’altra riva del mare in direzione di Cafàrnao. Era ormai buio e Gesù non li aveva ancora raggiunti; il mare era agitato, perché soffiava un forte vento. Dopo aver remato per circa tre o quattro miglia, videro Gesù che camminava sul mare e si avvicinava alla barca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Sono io, non abbiate paura!». Allora vollero prenderlo sulla barca, e subito la barca toccò la riva alla quale erano diretti.

Salmo 23

Il Signore è il mio pastore:

non manco di nulla;

su pascoli erbosi mi fa riposare,

ad acque tranquille mi conduce.

Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino,

per amore del suo nome.

Se dovessi camminare in una valle oscura,

non temerei alcun male, perché tu sei con me.

Il tuo bastone e il tuo vincastro

mi danno sicurezza.

Davanti a me tu prepari una mensa

sotto gli occhi dei miei nemici;

cospargi di olio il mio capo.

Il mio calice trabocca.

Felicità e grazia mi saranno compagne

tutti i giorni della mia vita,

e abiterò nella casa del Signore

per lunghissimi anni.

Approfondimenti della storia: come una pianta di lamponi

Inizialmente il racconto aveva preso ispirazione dalla parabola dei talenti (Matteo 25, 14-30), ma si sa che la creatività non segue una linea retta e così una volta terminato di scriverlo mi sono accorto della curiosa rassomiglianza con la parabola del fico sterile (Luca 13, 6-9). Perciò, dovendo scegliere un brano del vangelo, preferisco trascrivere quello di Luca. Qui in fondo trovi il testo e una preghiera per una meditazione personale.

(Lc 13, 6-9)

Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: «Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Taglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?». Ma quello gli rispose: «Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai»».

Preghiera

Fa’, oh Signore misericordioso, che nessuna delle anime che mi hai affidato perisca.

 

CREDITI

Il testo è stato scritto e interpretato da me.

Un grazie enorme va a Thomas per il supporto tecnico, a Enrico per aver suonato la musica e a mia sorella Aurora per l’aiuto nella realizzazione della copertina. Grazie!